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Titel
Die käufliche Schweiz. Für die Rückeroberung der Demokratie durch ihre Bürger


Autor(en)
Parma, Viktor; Oswald, Sigg
Erschienen
Zürich 2011: Nagel & Kimche
Anzahl Seiten
208 S.
Preis
URL
Rezensiert für infoclio.ch und H-Soz-Kult von:
Müller Bettina, Universitätsbibliothek Heidelberg

Non è la forza degli argomenti che determina l’esito delle decisioni politiche in Svizzera, ma quanto denaro viene puntato su quale causa. A questa conclusione giungono due autori che hanno trascorso gran parte delle loro carriere a palazzo federale. Viktor Parma come corrispondente accreditato dal 1981, e Oswald Sigg come portavoce del Consiglio Federale e vice cancelliere della Confederazione. Secondo gli autori, molti dei deputati delle camere federali sono telecomandati da interessi particolari, e il libro racconta con ricchezza di particolari (luoghi, date e nomi) come Economie Suisse e il suo battaglione di lobbisti studino i dossier, i progetti di legge, decidano cosa ostacolare, cosa promuovere, istruendo dettagliatamente i parlamentari, attraverso il gruppo Handel und Industrie. Secondo quanto osservato dagli autori negli anni, i parlamentari che si mostrano affidabili nel seguire le istruzioni impartite ottengono prestigiose cariche nei consigli d’amministrazione delle aziende svizzere quotate in borsa e aumentano la propria influenza. Chi fa di testa sua, invece, viene marginalizzato.

L’idea della Svizzera come paese senza corruzione, dove la volontà popolare incide maggiormente sulla vita pubblica rispetto ad altre democrazie avanzate, viene fortemente messa in crisi. E i realisti, che non hanno mai sottovalutato il potere del denaro nelle battaglie sotto il cupolone di palazzo federale, resteranno comunque colpiti dalla sistematicità di questo fenomeno. La Svizzera, secondo gli autori, arrischia di trasformarsi in una democrazia di facciata, fatta di cittadini apatici e di politici prezzolati.

Il libro-denuncia della promiscuità fra politica e affari è stato scritto sullo sfondo della crisi dell’UBS e del suo salvataggio nel 2008-2009. Anni in cui la Svizzera si è improvvisamente scoperta dipendere nelle sue fondamenta da istituti “troppo grandi per fallire”, too big to fail; anni in cui, da stato che garantisce la certezza del diritto, ha cominciato sempre più spesso a ricorrere al diritto d’urgenza. Gli autori identificano la svolta in questa direzione nel dicembre 1997, quando l’allora Consigliere federale liberale, Kaspar Villiger, cedendo alle pressioni delle banche, allenta le disposizioni sul loro capitale proprio, assicurando, in conferenza stampa, che un salvataggio bancario con soldi pubblici è da escludere nella maniera più assoluta. Sempre lo stesso Villiger, nel 2009, da ex ministro delle finanze svizzero, ha accettato la carica di nuovo presidente del consiglio d’amministrazione di UBS.

Gli autori descrivono anche il momento storico in cui le lobby economiche, tradizionalmente ancorate al Partito Liberale Radicale, hanno abbandonato il loro punto di riferimento puntando sull’UDC. Ciò accade nel dicembre 2010, quando alla testa di Handel und Industrie viene eletto il consigliere nazionale turgoviese Peter Spuhler.

Pagine dense di riferimenti storiografici sono dedicate anche all’altra tesi di fondo del libro: l’UDC, che si presenta come un partito patriottico, custode dei valori tradizionali della Svizzera, l’ha in realtà svenduta, sacrificando valori meno folcloristici ma più vitali, come la costituzionalità delle sue leggi, la tradizione umanitaria, la tolleranza e il cosmopolitismo. Se Jakob Burckardt, ampiamente citato alle feste dell’Albisgüetli, vivesse ai giorni nostri non voterebbe UDC. Così almeno scrivono convinti Parma e Sigg.

Zitierweise:
Bettina Müller: Recensione di: Viktor Parma, Oswald Sigg, Die käufliche Schweiz. Für die Rückeroberung der Demokratie durch ihre Bürger, Zürich, Nagel & Kimche 2011. Zuerst erschienen in: Archivio Storico Ticinese, Vol. 154, pagine 161-162.

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Zuerst veröffentlicht in

Archivio Storico Ticinese, Vol. 154, pagine 161-162.

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